C'è una bella differenza tra osservare e capire, tra "vedere" un fenomeno, un avvenimento e comprenderne davvero i meccanismi e le logiche. Attualmente va più di moda giudicare al primo impatto che analizzare e approfondire la realtà. Perché ci vuole uno sforzo non da poco per fermarsi e andare a sondare quali siano le motivazioni che animano certi comportamenti o certi trend. E' molto più facile dare un'occhiata veloce e dare un giudizio lapidario, tanto l'importante non è il messaggio che si lancia quanto piuttosto il solo fatto di parlare, criticare, "comparire" in qualche modo.
Tutti invocano misure politiche a sostegno dell'economia, per stimolarne la crescita, e ognuno pensa di avere la ricetta perfetta, per cui il ricettario è stracolmo di soluzioni, ma si conosce davvero bene il problema per cui si suggerisce la cura?
Siamo bombardati da informazioni statistiche e numeriche ma nessuno si prende la briga di effettuare un'analisi complessa che non sia solo quantitativa ma anche qualitativa. I numeri, di per sè, non possono dire molto: esprimono il loro significato solo quando vengono contestualizzati, correlati a fenomeni macro passati e in atto; in realtà i numeri non riescono a parlarci in modo adeguato dei comportamenti umani. O meglio, le percentuali descrivono sempre e solo uno o più aspetti, tralasciando la complessità delle persone. Dimenticando che non sempre si prendono decisioni assolutamente razionali (quindi prevedibili) e motivate dai meccanismi di mercato.
Auspichiamo quindi che le decisioni politiche siano prese in base ad analisi approfondite impostando una strategia di lungo periodo, e non basandosi su statistiche parziali, perché solo così si può costruire il futuro di una nazione, che altrimenti navigherà a vista continuando solo a correggere di volta in volta la rotta ma non sapendo veramente dove si vuole andare.
"Il vento è sempre favorevole per chi sa dove va" Seneca
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