mercoledì 9 maggio 2012


Perché abbiamo scritto Human Spirits e cultura d’impresa?
Molti ce lo chiedono ed è una domanda legittima. Quindi rispondiamo.

CARLA
Io sono nata a Biella, sono nipote e figlia di imprenditori. Ho studiato, prima per la tesi di laurea e poi per lavoro, la storia di questa provincia povera di risorse naturali, con un territorio difficile da coltivare ma che ha una caratteristica particolare: la laboriosità dei suoi abitanti è riuscita a trasformarlo in un distretto ricco, che dall’Ottocento in avanti si è distinto per le proprie preziose produzioni generando ricchezza e benessere.
In realtà questa è la storia di molti territori italiani, dei distretti italiani ma Biella è, in realtà, uno dei cluster più antichi. Un territorio che è stato forgiato dai propri abitanti, dove l’intraprendenza umana ha fatto la differenza. E, in questo caso, intraprendenza è imprenditorialità.
Tutto questo mi ha sempre affascinata: perché territori riescono esprimere persone con una maggior intraprendenza e territori non hanno persone con questa caratteristica. Sono i territori che trasferiscono queste caratteristiche nelle persone che li abitano o sono le persone a forgiare i territori?
E proprio da questa passione verso la mia terra, verso l’Italia dei distretti, che è nato il libro; scriverlo è stato un viaggio meraviglioso, alla ricerca dell’origine di tutte le caratteristiche che portano all’imprenditorialità, che è il pensiero illuminato di chi riesce a trasformare le idee in azioni e le azioni in prodotti.

DEBORA
Io invece sono figlia di operai, per i quali l'impresa è stata sempre e solo vista come un rischio troppo elevato per poterlo affrontare. La mia natura curiosa e appassionata alla scrittura mi ha portato a percorrere la carriera di giornalista a diversi livelli e in diversi ambiti. Dalla cronaca bianca agli spettacoli, dall'economia all'automobilismo storico. E in tutti questi anni le persone che più mi hanno colpito tra quelle che ho conosciuto e intervistato sono sempre stati gli imprenditori. Perché hanno sempre rivelato una visione del futuro più ampia, a lungo termine. Perché sono capaci di immaginare, progettare e poi realizzare ciò che hanno sognato. Perché sono visionari concreti, ecco.
Dall'incontro con Carla è nata l'idea di andare ad analizzare la natura dell'imprenditore e le sue caratteristiche, scrivendo un libro che potesse portare un messaggio di ottimismo: imprenditori non si nasce ma si può diventare. Certo, le condizioni di base (famiglia, educazione, ambiente) influiscono moltissimo, ma l'intraprendenza è qualcosa che tutti noi possiamo acquisire. Ed è quella che può davvero cambiare la nostra vita e il mondo in cui viviamo.

giovedì 26 aprile 2012

Inno all'imprenditorialità


Ci sono degli incontri in cui lo scambio di energie positive è così elevato che poi si rimane eletrizzati per giorni. Così è successo ieri all'incontro che abbiamo avuto con Siegfried Alberton, reponsabile del centro di competenze Inno3 alla Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana, www.supsi.ch/go/inno3, dipartimento di Scienze aziendali e sociali.
Per due ore abbiamo parlato fitto fitto di cosa significa imprenditorialità, di come può essere insegnata, di quali riflessi ha già e potrà avere sull'economia e sulla società, di quali siano gli ostacoli a quella che non è una materia in più da aggiungere ai curricula scolastici ma è soprattutto un cambio di mentalità nel percepire il mondo e nel modo in cui vi si agisce.
Inno3 è nato nel settembre scorso e l'obiettivo è quello di proporre al territorio prodotti formativi, attività di ricerca e servizi di carattere economico gestionale. Perno: rendere l'imprenditorialità una competenza trasversale a tutte le materie che vengono insegnate, siano esse inserite nei percorsi di laurea o di master. Questo comporta un approccio molto diverso dall'insegnamento classico che si trova oggi nelle aule, molto più interattivo e pratico, in cui spesso si affronta un caso pratico da risolvere e dopo si tirano le somme di ciò che si è imparato, sistematizzandolo. Le aziende del territorio partecipano attivamente offrendo stage (non, per intenderci, quelli in cui si viene relegati a far fotocopie!) nel campo della ricerca e sviluppo di processo, di prodotto, di management e molto altro ancora. A guadagnarci sono tutti: l'azienda che ha a sua disposizione capitale umano per fare innovazione; gli studenti perché sperimentano direttamente le loro conoscenze sul campo e le implementano; l'università che ha sempre il polso di quali siano le competenze che più servono alle imprese.
Ci è particolarmente piaciuta la tripartizione di significato che Siegfried e i suoi collaboratori hanno effettuato riguardo al concetto di imprenditorialità. Quello più classico, col quale si intende la creazione di nuove imprese e la crescita di quelle esistenti; l'intraprenditorialità, ovvero il potenziamento dell'intraprendenza, indipendentemente dal lavoro che si andrà a fare; e infine la riprenditorialità, ovvero la ripresa, attraverso il ricambio generazionale o il subentro, di imprese attive che sarebbero altrimenti destinate alla chiusura.
"Diffondere la mentalità imprenditoriale" ci ha spiegato Siegfried "è un obiettivo condiviso a tutti i livelli di governo. Ecco perché stiamo riuscendo a mettere in campo tanti progetti, perché investire sul capitale umano è una necessità di cui si è ben compreso il ritorno in termini economici e sociali".
Zzzot... 

venerdì 20 aprile 2012

Pronti? Via!

Ci siamo. Eccoci al debutto.
Perché un blog sul valore della cultura d'impresa e sull'intraprendenza? Perché mai come in questo periodo di crisi c'è bisogno di un messaggio positivo, scritto più col cuore che con la ragione. Un messaggio che dica: gli imprenditori sono una risorsa, riconosciamo a loro e ai valori che incarnano (creatività, coraggio, attitudine al rischio, capacità di realizzare progetti e molti altri ancora) la giusta importanza.
Vorremmo non soltanto condividere il nostro pensiero, ma fornire qualche dato, notizie e spunti di riflessione, per aprire un confronto e avviare un processo di cambiamento nella mentalità che ci porti tutti a essere "imprenditori di noi stessi".
Il punto di inizio è il libro "Human spirits e cultura d'impresa", che abbiamo scritto insieme e che, con uno stile divulgativo, vuole proprio mettere in luce il ruolo positivo degli imprenditori e la possibilità, per tutti, di acquisire una mentalità imprenditoriale che ci renda più proattivi e reattivi in ogni situazione, indipendentemente dal lavoro che svolgiamo.
Domani mattina alle 10,30 a Biella ci sarà la presentazione ufficiale del libro, dopo un'anteprima di qualche settimana fa a Milano, in occasione di Filo, il salone dei filati che si è tenuto alle Stelline (vedi foto sotto). Vi faremo sapere com'è andata.
A presto!