giovedì 31 ottobre 2013

Ad Ivrea si insegna mentalità imprenditoriale

Da qualche mese abbiamo iniziato un percorso col Gruppo dei Giovani Imprenditori di Ivrea per cercare di diffondere il concetto di cultura d'impresa, intesa come mentalità imprenditoriale, nelle scuole del territorio. Dopo avere verificato l'interesse da parte di una serie di istituti della scuola superiore e di alcune scuole medie, a ottobre 2013 è partita la prima di una serie di iniziative, ovvero la formazione degli insegnanti.
Qui sotto trovate il video della conferenza stampa di presentazione dell'iniziativa:

domenica 1 settembre 2013

Giovani e imprenditorialità

Il prossimo 19 settembre parleremo di giovani e imprenditorialità a Lugano, alla Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana. Vi aspettiamo!


giovedì 30 maggio 2013

L'importanza della fiducia

In inglese il termine “fiducia” si traduce “trust”, l’etimologia della parola deriva da “tree”, “albero”, ma nella tradizione anglosassone si pensa a quest’albero come ad una quercia, simbolo della stabilità, della protezione, della solidità, della vita che dura nel tempo.
La crisi economica e di valori che stiamo vivendo sta mettendo a dura prova le radici di questa quercia, sui giornali campeggiano di continuo titoli che minano il livello di fiducia e quando la fiducia si riduce aumenta il senso di insicurezza di fronte alle scelte da compiere e il timore per le conseguenze: ciò comporta un aumento dei costi per il sistema.
L’European Labour Trust Index ha paragonato i livelli di fiducia nel mondo del lavoro dei cittadini di sei paesi (Francia, Germania, Italia, Polonia, Regno Unito e Spagna) dell’Unione Europea. Il dato più preoccupante è che nel nostro paese c’è la maggiore sfiducia dei lavoratori nella possibilità di reimpiego, ossia si ritiene che quando si perde un lavoro occorra investire in media oltre un anno (15 mesi) nella ricerca di una nuova occupazione.
E’ una questione di non poco conto perché mette in discussione anche la propria autostima e la consapevolezza nella proprie capacità di azione e reazione. Dove c’è fiducia si investe, si progetta, si assume, si fa impresa. Senza fiducia l’impresa non esiste. E senza impresa non c’è lavoro, reddito, in una parola economia.
Ritrovare questo senso di ottimismo verso il futuro non è semplice: non è soltanto una questione sociale o culturale, è anche un riscoprire i propri valori interiori, la speranza, la stima verso se stessi e le proprie capacità. Se così non fosse, cosa avrebbe spinto i nostri nonni e genitori, dopo la seconda Guerra mondiale, a quell'incredibile sviluppo economico che furono gli anni '50 e '60? Allora c'era il tentativo di lasciarsi alle spalle la sofferenza, i morti, gli orrori del conflitto, mossi dalla convinzione che con il proprio impegno il futuro sarebbe stato migliore. Oggi partiamo da una situazione che non è paragonabile al nulla vero e proprio che si aveva allora, la sfida è diversa, ma la fiducia che ci dovrebbe muovere è la stessa: siamo noi a poterci costruire una vita migliore, a crescere una quercia forte e salda di fronte alle avversità.

domenica 5 maggio 2013

CHE STORIE!

Il 10 Aprile scorso è stata inaugurata a Milano, presso il bellissimo Palazzo delle Ragione la mostra CHE STORIE! Oggetti, miti e memorie dai musei e dagli archivi d’impresa, realizzata da Museimpresa e il Comune di Milano.
La mostra che terminerà il prossimo 12 maggio offre la possibilità di tuffarsi negli ultimi 100 anni di storia attraverso materiale filmico e fotografico, oggetti e prototipi, bozzetti, manifesti, lettere e disegni provenienti dalle collezioni delle più importanti aziende del nostro Paese, imprese di tutti i settori che hanno contribuito, oltre che allo sviluppo della nostra nazione, alla diffusione del made in Italy nel mondo.
La mostra si snoda attorno a quattro aree tematiche: la prima si concentra sulla storia e la memoria delle imprese e su come i musei e gli archivi tengano traccia dei cambiamenti documentando l’evoluzione, negli anni (con materiale fotografico, immagini, oggetti), della cultura materiale della nostra società.
La seconda sezione tocca i temi del mito e della passione evidenziando come alcuni prodotti del made in Italy (citando a titolo di esempio la macchina da caffè anni '50, la Ferrari, la Vespa) siano diventati veri e propri oggetti culturali carichi di valenze simboliche e parte di un immaginario collettivo nazionale e internazionale.
Segue la sezione “la scoperta e la meraviglia” dedicata al mondo che sta dietro agli oggetti che usiamo quotidianamente; anche in questo caso, musei e archivi d’impresa, raccontano storie curiose e poco conosciute.
La quarta e ultima sezione “identità e innovazione” testimonia, invece, come i musei e gli archivi di impresa siano da una parte luoghi preziosi di conservazione e valorizzazione di una risorsa difficilmente imitabile come l’eredità storica e culturale dell’impresa stessa e, dall’altra, una preziosa fonte di ispirazione nello sviluppo di nuove strategie aziendali.
Una mostra da vedere per chi ama la storia, la cultura d’impresa e lo spirito di intraprendenza.

domenica 21 aprile 2013

Pietro Bembo, vera "T-shaped person" del Rinascimento

Le “T-shaped people” rappresentano un certo tipo di collaboratori, dove l'asta verticale T rappresenta la profondità delle competenze e delle conoscenze pertinenti a un unico campo, mentre la barra orizzontale è la capacità di collaborare in diverse discipline con esperti di altri settori e di collegare tali conoscenze in ambiti diversi dal proprio, creando così delle “collisioni” di idee che aprano la porta a innovazioni e miglioramenti.
Si tratta di persone speciali in grado di innescare progetti e addirittura ‘ere creative’, persone come Pietro Bembo che fu un vero e proprio regista del Rinascimento. Bembo creò, dando dignità al “volgare” di Dante, Petrarca e Boccaccio, le regole della lingua italiana che parliamo ancora oggi; inventò i libri di piccolo formato, e dunque trasportabili, permettendo una più ampia diffusione della cultura; introdusse in letteratura l’introspezione personale; diffuse il gusto per una nuova e più raffinata arte pittorica e scultorea contribuendo alla nascita di quella che il Vasari chiamerà la “maniera moderna”, che dominerà il gusto occidentale per secoli.
Pietro Bembo visse, come noi, in un periodo di crisi sociale ed economica ma decise di combatterla ponendosi un obiettivo ambizioso: unificare l’Italia spezzettata in staterelli e comuni sotto un'unica lingua, un gusto straordinario per le bellezze storiche, artistiche e letterarie che ci riscattasse. Considerando che oggi nel mondo l'idea che si ha dell'Italia è spesso ancora quella del Rinascimento, possiamo dire che vinse la sua sfida. Da vera T-shaped person.

In questo momento Padova dedica a Pietro Bembo una importante e bellissima mostra che durerà fino al prossimo 19 maggio. Noi la consigliamo vivamente. L’intraprendenza esercitata da quest’uomo 500 anni fa, ancora si respira, si sfiora, si percepisce.